martedì 29 giugno 2021

“Un lavoro perfetto” di Tsumura Kikuko

 
“Un lavoro perfetto” di Tsumura Kikuko

Marsilio editore 

€ 18,00 cartaceo - € 9,99 eBook 

320 pagine 

Nel suo ruolo di consulente del lavoro, la signora Masakado è abituata a incontrare le persone più stravaganti, ad accogliere le richieste più insolite, e in genere è in grado di accontentare tutti. Così, quando una giovane donna si presenta presso la sua agenzia, è sicura di avere l’offerta adatta a lei. Dopo essersi licenziata in seguito a un esaurimento nervoso, la donna sembra infatti avere le idee molto chiare su ciò che vuole: oltre a essere vicino a casa, il nuovo impiego dovrà prevedere solo mansioni semplici e non offrire prospettive di carriera; dovrà essere, insomma, del tutto privo di sostanza, al limite tra il gioco e l’attività seria. Nelle singolari occupazioni che si prende in carico – dal sorvegliare uno scrittore sospettato di attività di contrabbando a inventare consigli che impreziosiscono la confezione di una marca di cracker di riso –, la neoassunta cerca soprattutto di non lasciarsi coinvolgere troppo. Ma nel suo saltare da un posto all’altro, nel suo acquisire regolarmente più responsabilità di quelle desiderate e ruoli più complicati del previsto, le diventa sempre più chiaro che non solo il lavoro perfetto non esiste, ma che quello che sta veramente cercando è qualcosa di molto più profondo. Ogni cambiamento comincia così a rappresentare una nuova fase di crescita interiore, fino alla consapevolezza che in tutto ciò che si fa c’è qualcosa di magico, di unico e di appagante, e che dobbiamo solo trovare (o non perdere) l’energia per riconoscerne la bellezza. Ironico e tenero, il romanzo di Tsumura Kikuko è una commedia dolceamara che, con la leggerezza, l’umorismo deliziosamente paradossale e un pizzico di surrealismo, tipici di tanta letteratura giapponese, racconta della ricerca, spesso vana, di un senso nel mondo del lavoro di oggi. Con un finale a sorpresa.

LA MIA RECENSIONE 

“Un lavoro perfetto” è la storia di una donna giapponese che dopo aver svolto per quattordici anni un lavoro che credeva fosse perfetto per lei, prende l’esaurimento nervoso e si licenzia, inizia così la scelta di un nuovo impiego che però non dura tanto. Sono tanti i lavori che inizia ma dei quali non rinnova mai il contratto e sono anche abbastanza strani. 

“Un lavoro perfetto” è una storia frizzante, insolita, che mette di buon umore, una storia diversa dalle altre. La protagonista, della quale non si sa ne il nome ne l’età, non riesce a trovare il lavoro perfetto, ogni impiego la coinvolge talmente tanto da farle venire l’esaurimento nervoso ed aumentare la sua ansia, diciamo che nella realtà casi come lei accadono eccome, si vuole fare tutto alla perfezione, si vuole fare bella figura con il capo e se il lavoro piace meglio ancora, la donna del romanzo svolge tanti lavori molto strani, lavori che le piacciono anche, ma la sua ansia di fare bene, di risolvere i problemi del capo alla fine le fanno male psicologicamente mettendola sotto stress. Ecco questa è la parte che mi è piaciuta di meno del romanzo, le vicende della protagonista sono talmente coinvolgenti che la sua ansia si trasmette al lettore, almeno nel mio caso, la donna mi ha innervosita e mi ha trasmesso ansia, il suo rimuginare troppo sulle cose, il suo pensare troppo a ciò che dicono gli altri e prenderlo troppo sul serio è stato contagioso che ad un certo punto ho detto “e basta, prendila con più leggerezza”, quando lavora nell’azienda di pubblicità sugli autobus il suo capo le chiede di tenere sotto controllo una sua collega, e lei per tutta la durata dell’impiego pensa e ripensa al perché  questa richiesta, ma ci pensa talmente tanto da stare male ed in ansia. 

A parte l’ansia che trasmette la protagonista, il romanzo mi è piaciuto, mi ha divertita molto, mi ha fatto conoscere altro sulla cultura giapponese e poi si parla molto di cibo e quindi, che voglia di cibo giapponese. Una lettura leggera da leggere tutta d’un fiato, con una protagonista insolita che alla fine lancia un bellissimo messaggio sulla vita. 

Buona lettura 

mercoledì 23 giugno 2021

“Luca” Disney Pixar

 
Su Disney Plus è finalmente disponibile il tanto attesto Disney Pixar “Luca”. Una storia ambientata in Italia, in Liguria, fatta di amicizia. Luca è un mostro marino che desidera tanto conoscere il mondo degli umani ma ciò gli viene vietato dalla famiglia perché gli umani danno da anni la caccia ai mostri marini. Ma un giorno Luca in compagnia di Alberto, che diventerà il suo migliore amico, si troverà in superficie e ciò che scopre è davvero eccezionale, perché Luca come gli altri della sua specie, sulla terra diventa umano, ma basta un poco d’acqua per trasformasi in creatura marina. Sulla terra lui è Alberto iniziano una favolosa avventura in compagnia di tanti amici.

“Luca” mi è piaciuto molto, una storia emozionante, dove il valore dell’amicizia fa da padrone, ho amato molto l’ambientazione, le cinque terre in Liguria, un piccolo paesello di pescatori davvero pittoresco, rappresentato alla perfezione, guardando il film viene voglia di trovarsi lì, bella anche la musica, sono state scelte le canzoni più note della musica italiana, davvero stupende. Un film da vedere, non scontato, personaggi unici che restano nel cuore, l’Italia viene rappresentata in tutta la sua bellezza, e poi durante la visione viene tanta voglia di mangiare la pasta al pesto. Una storia di amicizia da non perdere. 

SCHEDA

“Luca”

Disney Pixar

Anno 2021

Disponibile su Disney Plus

Durata 95 minuti

Clicca qui per il trailer

Ambientato in una località costiera della riviera italiana, “Luca”, di Disney e Pixar, è la storia di formazione di un ragazzino che vive un’estate indimenticabile tra gelati, pasta e lunghissimi giri in Vespa. Luca (voce di Jacob Tremblay) condivide le sue avventure col suo nuovo amico Alberto (voce di Jack Dylan Grazer), ma il divertimento è minacciato da un segreto ben custodito: i due sono due mostri marini provenienti da un mondo sottomarino. 


lunedì 21 giugno 2021

Recensione - “Le Malerbe” di Keum Suk Gendry - Kim #viaggiandoinoriente

“Le Malerbe” di Keum Suk Gendry-Kim

Bao editore 

€ 25

La fumettista coreana Keum Suk Gendry-Kim ha lavorato anni a questo racconto, basato sulla testimonianza diretta di una sopravvissuta, sul dramma delle comfort women, donne che – durante la guerra di conquista che il Giappone mosse contro Corea e Cina nei primi anni Quaranta del Ventesimo secolo – venivano vendute, rapite o costrette con l’inganno a lavorare come prostitute, violentate quotidianamente dai soldati. Questo libro è profondamente doloroso e rivanga un passato che spesso si è cercato di dimenticare o negare, ma che è importante conoscere e ricordare. Molto più che una biografia, Le malerbe è un racconto intimo e sentito, in cui anche la voce della narratrice è riconoscibile e importante, e si intreccia ai racconti, a volte comprensibilmente frammentari, di una donna che sente di non aver avuto un solo istante felice da quando è uscita dal ventre della madre, come dice lei stessa.

LA MIA RECENSIONE

 Questo mese per la rubrica #viaggiandoinoriente ho deciso di leggere la graphic novel “Le Malerbe”, il nostro viaggio sarà tra la Corea e la Cina degli anni 40 durante la seconda guerra mondiale. 

“Le Malerbe” è la vera storia di una donna coreana, Okseon, che durante la guerra fu sequestrata dall’esercito giapponese e deportata in una casa di piacere in Cina  al servizio dei giapponesi, per anni fu violentata e fu costretta a prostituirsi per i soldati fino alla liberazione. 

Si sa poco su questo triste capitolo di storia, tutti conosciamo cosa è accaduto agli ebrei nei campi di lavoro, gli atti abominevoli commessi verso di loro dai tedeschi, ma in quello stesso periodo nell’altra parte del mondo accadeva la stessa cosa, anzi peggio, l’impero giapponese diede ordine all’esercito di deportare coreani, cinesi, filippini e anche thailandesi in veri e propri campi di lavoro forzato, le torture subite erano atroci, il lavoro massacrante, niente cibo, niente acqua, e le donne? Le donne venivano rapite, o acquistate dalle loro famiglie e portate in case di prostituzione alla mercé dei soldati giapponesi, alcune di esse erano ancora delle bambine, avevano tredici anni, e venivano ingannate, le veniva detto di essere state adottate da famiglie benestanti e che avrebbero frequentato la scuola, invece il loro destino era quello di diventare “confort women”, donne di conforto. I proprietari delle case di piacere erano dei veri e propri aguzzìni, il loro scopo era far soldi e dare piacere ai soldati giapponesi, alle ragazze veniva negato tutto, acqua, cibo, cure mediche, le uniche cure che ricevevano erano per le malattie sessualmente trasmissibili, per evitare di non poter ricevere uomini.questo abominio non si è fermato con la liberazione, anzi, una volta liberate le donne di conforto, venivano allontanate dalla loro famiglia d’origine perché considerate disonorevoli, e quindi si ritrovarono, alcune di loro, in mezzo alla strada senza nessuno. Un capitolo della storia che non deve essere dimenticato, ciò che accadde in Europa accadde anche in oriente, tempo fa ho visto un documentario e le cose che succedevano nei campi di lavoro giapponesi erano davvero inquietanti, quasi peggio di ciò che succedeva in Europa. 

Le “confort women” sono paragonate all’erba, che si piega e non si spezza, proprio  per dare un’idea della loro forza, subivano tutto ma senza spezzarsi, a volte desideravano la morte come la protagonista Okseon, ma alla fine lottavano con la speranza che tutto sarebbe finito. 

“Le malerbe” è stata una lettura bellissima, emozionante, che fa provare tanta rabbia, una storia dura, cruda,  ciò che viene raccontato sembra pura fantasia, e invece è accaduto realmente, una graphic novel di grande bellezza e potenza che consiglio di leggere, anzi credo che tutti dovrebbero leggerla perché storie come questa vanno ricordate e mai dimenticate. 

venerdì 18 giugno 2021

Recensione - “Felici contro il mondo” di Enrico Galiano

 


“Eppure cadiamo felici” di Enrico Galiano
Edito Garzanti 
€ 17,67 cartaceo - € 9,99 eBook 
416 pagine 

Gioia ha sempre pensato che ci fosse una parola per dare un senso a tutto. Dove quelle che conosceva non potevano arrivare, c’erano quelle delle altre lingue: intraducibili, ma piene di magia. Ora, il quaderno su cui appuntava quelle parole giace dimenticato in un cassonetto. Gioia è diventata la notte del luminoso giorno che era: ha lasciato la scuola e non fa più le sue chiacchierate, belle come viaggi, con il professore di filosofia, Bove. Neanche lui ha le risposte che cerca. Anzi, proprio lui l’ha delusa più di tutti. Dal suo passato emerge un segreto inconfessabile che le fa capire che lui non è come credeva. Gioia non ha più certezze e capisce una volta per tutte che il mondo non è come lo immagina. Che nulla dura per sempre e che tutti, prima o poi, la abbandonano. Come Lo, che dopo averla tenuta stretta tra le braccia ha tradito la sua fiducia: era certa che nulla li avrebbe divisi dopo quello che avevano passato insieme. Invece non è stato così. Gioia non può perdonarlo. Meglio non credere più a nulla. 

LA MIA RECENSIONE 

"<<Dovremmo sempre ricordarci di questo, e cioè che Fobos è figlio di Afrodite e di Ares, quindi: la paura è figlia della guerra e dell'amore, della forza e della bellezza. Perciò quando ce la facciamo sotto dalla paura di rischiare è un segno.>>
<<Un segno di...cosa?>>
<<Che quella, proprio quella è la cosa che dobbiamo fare. La paura è il primo segno che dobbiamo combattere per quello che amiamo.>>

Finalmente è in libreria il nuovo romanzo di Enrico Galiano, un romanzo tanto atteso dai lettori, ringrazio la casa editrice Garzanti per la copia omaggio. 

Siete pronti per scoprire la nuova avventura di Gioia e Lo?

Enrico Galiano ha voluto fare un regalo ai suoi lettori e ci è riuscito alla grande, l’uscita del suo nuovo romanzo “felici contro il mondo” è stata davvero una grande gioia, almeno per me che ho amato ogni singolo romanzo dell’autore, ognuno mi ha insegnato qualcosa, ma la sorpresa più grande è stata quella di scoprire che il nuovo libro in realtà è il seguito di “eppure cadiamo felici”, primo romanzo dell’autore che io ho amato e porto ancora nel cuore. Gioia e Lo sono tornati, i due ragazzini incasinati, che mi hanno fatto emozionare, gioia la rossa che colleziona parole intraducibili da usare in ogni situazione, il suo amore per la fotografia, il suo amore per Lo, un ragazzino misterioso e incasinato anche lui,  il saggio professore bove che con le sue lezioni insegna a vivere e a superare le difficoltà, sono tutti tornati e non sapete che felicità.


"Se c'è un modo per uscire dalle prigioni che ci creiamo da soli, è accettare che noi siamo sia il cigno nero sia il cigno bianco. Accettare che il nostro più grande nemico ce lo portiamo dentro, che abbiamo anche una parte oscura, una parte che non ci piace, che non vorremmo. Una parte che non possiamo controllare e che spesso è molto più forte di noi. Anzi, forse mi viene da dire che la parte migliore di noi esiste proprio perchè esiste quella parte oscura: non esiste cigno bianco senza cigno nero, e se uccidiamo il cigno nero facciamo morire anche il cigno bianco. Forse l'incantesimo si rompe quando facciamo pace con lui: siamo fatti anche di buio, e bisogna guardarlo in faccia, questo buio, se vogliamo trovare in noi una scintilla di luce."


Quando tutto sembra andare per il verso giusto, quando siamo finalmente felici, quando troviamo il nostro posto nel mondo e quando troviamo l’amore, accade sempre qualcosa che in un attimo spazza via tutto facendoci cadere in un buco nero dove tutto ciò che ci rendeva finalmente felici finisce e noi a questo punto perdiamo ogni speranza, ci chiudiamo per sempre al mondo, non ci fidiamo più di nessuno e abbandoniamo le passioni e il nostro essere, di solito questo accade quando le persone che ci stanno a cuore, quelle delle quali ci fidavamo ci deludono. È ciò che accade a Gioia, finalmente i suoi sogni si stanno per avverare, ha trovato l’amore, si sente felice ma poi le persone che ama la deludono e lei cade in un buco nero dove pian piano si consuma nel dolore e dice addio alle sue passioni che sono la fotografia e la collezione di parole intraducibili. La cosa che più fa male è che lei si fidava di Lo e del suo caro professore di filosofia, ha dato a loro una parte di lei e loro cosa hanno fatto? L’hanno rotta ingannandola ma non tutto è come appare perché anche Lo e il professore Bove stanno lottando contro qualcosa di grosso. 

Ho amato “eppure cadiamo felici” primo libro di Enrico Galiano, mi è rimasto nel cuore, mi ha emozionata e mi ha insegnato tanto, quando ho saputo dell’uscita di “felici contro il mondo” non potete immaginare la gioia ma al tempo stesso mi sono detta “potrà mai eguagliare “eppure cadiamo felici”? Cosa succederà di tanto speciale a Gioia e Lo in questa nuova avventura?” Perché quando un libro è bello e fa provare certe emozioni è difficile ritrovare quelle emozioni in un seguito, così prima della lettura e durante la lettura delle prime pagine sono stata un tantino scettica e ho avuto addirittura timore di non provare le stesse sensazioni provate con il primo libro, ma poi ecco che quelle emozioni sono arrivate come un fiume in piena, forti, da coinvolgerti del tutto, da commuoverti. Ho amato “felici contro il mondo” ed ho amato ancora di più i personaggi soprattutto Gioia e il professore Bove, la storia è centrata soprattutto su di loro, questa volta il professore ha un ruolo fondamentale, l’autore ce lo fa conoscere molto bene e la sua vita si intreccia con quella di gioia, due persone con il caos dentro che da sole non possono salvarsi ma insieme possono distruggere ogni incubo, ogni paura, gioia e il professore si completano a vicenda. 

Il romanzo è molto profondo, ci sono delle riflessioni che sembrano siano destinate a te che stai leggendo e quindi inizi a riflettere sulla tua vita, sulle tue azioni, non pensi solo ai personaggi e alla loro storia ma entra in gioco anche la tua di storia, con tutte le paure e i blocchi che ti porti dentro, già nel primo romanzo amai le lezioni di filosofia del professore Bove e così anche in “Felici contro il mondo” sono state molto profonde, costruttive e riflessive, ma da qualche parte nel mondo esistono professori come lui? Perché con un professore come lui allora la scuola sarà una gran felicità. 

Poi ci sono le parole intraducibili di Gioia, parole con un significato profondo, parole che ti leggono dentro e che fai tue per ogni situazione della tua vita, per ogni stato d'animo, per Gioia sono molto fondamentali anche se ultimamente le ha accantonate, le ha buttate via, non vuole più avere a che fare con le sue passioni, quelle parole le vede inutili dopo tante delusioni ma purtroppo le parole intraducibili compaiono sempre, sono sempre li con Gioia. Anche io ho trovato una parola intraducibile che mi si addice molto: "TSUNDOKU (Giapponese) vizio di comprare libri senza leggerli, accumulandoli sugli scaffali". 

Una storia piena di tutto, storie intrecciate, tradimenti, bugie, caduta nel baratro, lezioni di vita, caos, casini, una storia emozionante che non ha nulla in meno a “eppure cadiamo felici”, una storia che coinvolge che diventa tua e la porti nel cuore, una storia con un finale inaspettato, l’ultimo capitolo è stato commovente, non me lo aspettavo, una vera sorpresa, avrei voluto abbracciare ogni singolo personaggio, soprattutto il fantastico professore Bove, perché la sua storia è un casino, fa piangere, fa arrabbiare, lui così bravo nel dare lezioni di vita, nel salvare gli altri in realtà non sa come salvare se stesso da una storia nella quale è intrappolato. 

Un romanzo che dovete leggere e se non avete ancora letto “eppure cadiamo felici” allora vi consiglio di recuperarli entrambi. 


Buona lettura 

mercoledì 9 giugno 2021

Recensione - “Un amore disastroso” di Brittainy C. Cherry


“Un amore disastroso” di Brittainy C. Cherry

Edito Newton Compton 

€ 12,90 cartaceo - € 5,99 eBook 

So che dovrei stare lontana da Ian Parker. Ma quando quel bastardo del mio patrigno mi ha cacciata di casa, non sapevo dove altro andare. Sistemarmi in un capanno abbando­nato nella fattoria del nonno di Ian mi è sembrata una soluzione accetta­bile. Il problema è che Ian non ci ha messo molto a scoprire il mio nascon­diglio, e ora insiste perché mi trasfe­risca nella sua stanza libera. So che dovrei rifiutare, ma l’idea di un tetto e di un letto caldo è troppo allettante. Per non parlare degli occhi castani di Ian e delle sue braccia forti... Non siamo simili in nulla, ma la scintilla tra di noi è evidente. Sem­bra quasi che le cose stiano comin­ciando ad andare per il verso giu­sto... almeno finché la mia famiglia non si mette nuovamente in mezzo. Devo sacrificare i miei sogni per oc­cuparmi del figlio di mia madre? Ian è la mia occasione di trovare l’amo­re. Spero solo che non diventi la mia occasione perduta.

LA MIA RECENSIONE

Brittainy C. Cherry è una delle autrici romance che preferisco, i suoi libri sono emozione pura, fanno piangere, non sono mai scontati, fanno sognare ad occhi aperti. 

“Un amore disastroso” è l’ultimo romanzo dell’autrice, di solito quando un’autrice scrive libri su libri a lungo andare la storia sembra essere sempre la stessa, e ci si annoia, sopratutto quando si parla di romance, ma con Brittainy Cherry ciò non accade, i suoi romanzi sono bellissimi, ogni storia è diversa, differente dalle altre, ogni romanzo è una sorpresa. 

“Un amore disastroso” ha completamente superato le mie aspettative, inizialmente la lettura dei primi capitoli ha messo in dubbio la bellezza del romanzo, non sono stata convinta del tutto ed ho avuto paura di trovarmi davanti una storia uguale a tante altre dove i due protagonisti si odiano ma sono costretti a stare vicini, dove la protagonista femminile anche se odia lui ne è però attratta e sbava davanti al sedere e agli addominali di lui (questa cosa la odio nei romanzi), ma successivamente andando avanti con la lettura ho iniziato a riconoscere la penna della Cherry, le situazioni tragiche, ingarbugliate, il passato che fa male, l’amore impossibile, insomma tutti gli elementi che mi piacciono in un Romance e che mi tengono incollata alle pagine dono alla fine. 

Il romanzo parla di Hazel, una ragazza che vive con sua madre ed il patrigno tossico e spacciatore in un piccolo paesello degli Stati Uniti. Hazel vuole fuggire da quella vita così cerca lavoro presso il ranch del famoso Big Paw, nonché nonno di Ian Parker, il ragazzo più desiderato della zona e aspirante rockstar. La vita di Hazel va a rotoli quando il patrigno la caccia via di casa e così lei sarà costretta a vivere sotto lo stesso tetto del famoso Ian. Tra i due è odio a prima vista, ma poi iniziano a conoscersi meglio, non solo Hazel ha una vita burrascosa ma anche Ian, il suo passato è stato traumatico e ne porta ancora le cicatrici. 

Una storia bellissima che emoziona il lettore, burrascosa, romantica, dove regna l’amore ma anche l’odio, dove si parla di sogni da voler realizzare. Una storia che ha tutte le caratteristiche per essere un buon Romance. Gli accadimenti sono tanti tutti intrecciati tra loro e c’è stato anche qualche colpo di scena, situazioni davvero impensabili che hanno reso la storia ancora più interessante. Mi e piaciuto molto il personaggio femminile, Hazel, lei è una tosta, coraggiosa, una ragazza con tanto carattere che non si fa mettere i piedi in testa però quanto ho odiato il suo sbavare per gli addominali di Ian, questa cosa non la sopporto, a volte sembra che una donna non sappia come sia l’addominale perfetto di un uomo, eh no un po’ più di contegno, e poi tanto l’uomo se ne accorse che si sbava per il suo fisico e così il suo ego aumenta a dismisura. 

Un romanzo che vi consiglio di leggere se amate il genere Romance, e se non avete mai letto i romanzi di Brittainy C. Cherry dovete recuperare. “Un amore disastroso” nonostante mi sia piaciuto tanto non è quello che preferisco, il mio preferito per ora rimane “Al di la delle stelle”. 

martedì 1 giugno 2021

Recensione - “Le piccole libertà” di Lorenza gentile

 

"Le piccole libertà" di Lorenza Gentile
Edito Feltrinelli
€ 16,15 cartaceo - € 11,99 ebook
256 pagine 

Oliva ha trent’anni, una passione segreta per gli snack orientali e l’abitudine di imitare Rossella O’Hara quando è certa di non essere vista.
Di lei gli altri sanno solo che ha un lavoro precario, abita con i genitori e sta per sposare Bernardo, il sogno di ogni madre. Nessuno immagina che soffra di insonnia e di tachicardia, e che a volte senta dentro un vuoto incolmabile. Fa parte della vita, le assicura la psicologa, e d’altronde la vita è come il mare: basta imparare a tenersi in equilibrio sulla tavola da surf. Ma ecco arrivare l’onda anomala che rischia di travolgerla. Dopo anni di silenzio, la carismatica ed eccentrica zia Vivienne – che le ha trasmesso l’amore per il teatro e la pâtisserie – le invia un biglietto per Parigi, dove la aspetta per questioni urgenti. Oliva decide di partire senza immaginare che Vivienne non si presenterà all’appuntamento e che mettersi sulle sue tracce significherà essere accolta dalla sgangherata comunità bohémienne che fa base in una delle più famose librerie parigine, Shakespeare and Company. Unica regola: aiutare un po’ tra gli scaffali e leggere un libro al giorno. Mentre la zia continua a negarsi, Oliva capisce che può esserci un modo di stare al mondo molto diverso da quello a cui è abituata, più complicato ma anche più semplice, dove è possibile inseguire un sogno o un fenicottero, o bere vino sulla Senna con un clochard filosofo. Dove si abbraccia la vita invece di tenersene a distanza, anche quando fa male. E allora, continuare a cercare l’inafferrabile Vivienne o cedere al proprio senso del dovere e tornare a casa? E soprattutto: restare fedele a ciò che gli altri si aspettano da lei o a se stessa?
Quando tante piccole libertà finiscono per farne una grande, rinunciarci diventa quasi impossibile.

LA MIA RECENSIONE

"Ci sono piccole libertà che ci cambiano per sempre. Perché tante piccole libertà ne fanno una grande."

La prima cosa che mi ha colpita de “Le piccole libertà” è stata l’ambientazione, Parigi e soprattutto la bellissima libreria “Shakespeare and Company”, la storia di Oliva poi ha contribuito, togliendo ogni dubbio, ad immergermi nella sua lettura. Una storia frizzante, profonda, a tratti ironica, con personaggi strambi che alla fine diventano i tuoi amici, ha superato completamente le mie aspettative, i romanzi ambientati in librerie spesso si rivelano noiosi e tutti gli stessi, “Le piccole libertà” invece no, è una storia che non annoia, piena di significato, una storia piena di energia che fa amare ancora di più Parigi. 

Oliva ha trent’anni, laureata in economia, lavora in una azienda di marketing, prossima al matrimonio, con una famiglia che non le fa mancare nulla, dall’esterno si direbbe che la vita di Oliva sia perfetta ma in realtà questa vita le va stretta, lei vive in base a ciò che si aspettano gli altri, lei vive agendo per compiacere gli altri, per non deluderli, vive una vita in cui non è possibile manifestare il suo vero essere. Ma tutto cambia drasticamente quando riceve una strana lettera da sua zia Vivienne, che la invita a Parigi per parlarle di cose importanti, l’appuntamento è davanti la libreria “Shakespeare and Company”. Per la prima volta Oliva decide ascoltando il suo intuito, fregandomene di tutti e così va a Parigi ma sua zia non è li. Qui incontra un gruppo di scampanati bohémienne grazie ai quali Oliva inizierà a vivere davvero, grazie a Victor riuscirà a capire di cosa ha bisogno per vivere felice.

Quante volte abbandoniamo i nostri sogni, le nostre libertà per far felice chi ci è accanto? Ci ritroviamo a fare scelte che non sono le nostre ma lo accettiamo perché la felicità altrui, l’essere accettati, essere l’orgoglio di qualcuno per noi è importante, e così i nostri desideri vengono nascosti fin quando poi si arriva ad un punto in cui essi prendono il sopravvento e noi iniziamo a rivalutare tutto quanto, proprio come Oliva, la protagonista del romanzo, lei vive per essere accettata dai genitori, dal fidanzato, veste come piace a sua madre, si comporta come vuole suo padre, fa tutto ciò che gli altri si aspettano da lei ma poi basta una lettera di sua zia e i suoi sogni e desideri escono fuori ed Oliva sente il bisogno di volare via libera per riscoprire se stessa. 

Una storia che insegna tanto, mi sono identificata molto in Oliva, e grazie a lei ho capito che chi ci vuole bene deve accettare le nostre scelte, il nostro modo di essere, di vestire, e sopratutto di lasciarci vivere una vita nostra fatta di nostri desideri, non possiamo vivere per far felici gli altri, non è vita, prima o poi il nostro essere uscirà allo scoperto, e soprattutto dobbiamo avere il coraggio di tuffarci in mille avventure, di lasciare ciò che non ci fa bene per avvicinarci a ciò che invece ci porta felicità. 

Il romanzo mi ha fatto venire nostalgia di Parigi, ci sono stata due volte e me ne sono innamorata, durante la lettura mi sono ritrovata di nuovo lì nella città più bella del mondo per la terza volta, Parigi è magica, rende le persone libere, tutte le volte che ci sono stata ho sentito un senso di felicità e libertà, ricordo una volta tornando dalla Tour Eiffel, inizia a piovere a dirotto, io ferma e con la testa rivolta al cielo mi lascio invadere dalla pioggia, non potete immaginare il senso di libertà provato in quel momento, un cosa che qui non avrei mai fatto per non essere scambiata per una matta. Poi c’è la libreria “Shakespeare and Company” la quale varcata la soglia ha il potere di farvi sentire a casa, sembra un’altra dimensione, vi troverete in un luogo magico circondati da libri di ogni genere, il paradiso per noi lettori, ricordo che c’era una piccola stanzetta con una finestra, un piccolo albero di Natale in un angolo, ed una poltrona in pelle con sopra un gatto acciambellato, non sarei voluta andare più via, avrei voluto stare lì proprio come Oliva. 

L’autrice con “Le piccole libertà” ha fatto venire a galla i ricordi più belli che ho di Parigi, la storia mi ha coinvolta molto e soprattutto fa vivere a pieno la città. Mi è venuta anche tanta voglia di mangiare macarons, quando Oliva ne compra una scatola intera con lei li ho assaporati in tutti i gusti...i miei preferiti sono quelli ripieni di caramello salato. 

I personaggi del romanzo sono stati davvero unici, strambi, particolari, soprattutto Victor, lui per me più che una persona in carne ed ossa è stato un angelo custode, lui guida Oliva alla scoperta di se stessa, le loro passeggiate per le strade di Parigi sono state meravigliose e mi hanno fatto ricordare i film “un americano a Parigi” e “funny face”. 

Una storia da leggere, che insegna tanto, fa innamorare di Parigi e dato che l’autrice ha descritto Parigi con il cuore, durante la lettura è come trovarsi lì in prima persona. Un romanzo che non annoia, anzi in compagnia di Oliva, Victor e gli altri ragazzi della Shakespeare and Company, si vive una grande avventura. 

Ora dovete correre in libreria e comprare “Le piccole libertà” perché va letto.