domenica 30 maggio 2021

Schiavitù in America - Libri da leggere




"Uomo invisibile" di Ralph Ellison
Fandango
€ 26,60 cartaceo - € 13,99 ebook
624 pagine

Ellison racconta il disincanto di un giovane umiliato, senza identità, se non il colore della sua pelle nel Sud razzista e ad Harlem, prima testimonianza del dramma irrisolto degli afroamericani. Uno dei romanzi più abbaglianti del '900, pubblicato per la prima volta nel 1952, ha certamente cambiato la letteratura statunitense.


"Radici" di Alex Haley
Best Bur
€ 10,45 cartaceo 
505 pagine

Nella seconda metà del Settecento il giovane Kunta Kinte viene strappato dal suo villaggio africano e portato in America come schiavo. La sua vita cambierà, come quella dei suoi discendenti: Bell, Kizzy, Chicken George e tutti gli altri, fino a giungere ad Alex Haley, l'autore di queste pagine.


"12 anni schiavo" di Northup
Garzanti
€ 8,55 cartaceo - € 3,99 ebook
284 pagine

"12 anni schiavo" è lo sconvolgente racconto, scritto in prima persona dall'autore e pubblicato nel 1853, della vita di Solomon Northup, un uomo di colore nato libero, venduto e costretto in schiavitù per dodici interminabili anni. Nato nello stato di New York nel 1808, Solomon è un giovane di condizione libera, proprietario di un piccolo appezzamento di terreno e appassionato musicista. Nel 1841 viene avvicinato da due uomini che gli propongono un ingaggio come violinista. È l'inizio di un incubo: rapito, drogato, Solomon viene costretto a cambiare nome, a dimenticare il proprio passato, a diventare un'altra persona, uno schiavo, senza nessuna speranza di rivedere la propria famiglia. Deportato in Louisiana, viene venduto a un coltivatore di cotone e nei successivi dodici anni sperimenta l'abiezione dello sfruttamento e della schiavitù. Contro tutto e tutti, deciso a riguadagnare la propria libertà, Solomon, riesce a rimettersi in contatto con la propria famiglia. Comincia la dura e appassionata battaglia legale che nel 1853 gli restituirà la libertà. Documento di grande valore umano e storico, scritto di getto subito dopo la liberazione, "12 anni schiavo" conserva ancor oggi la forza di un'orgogliosa rivendicazione della dignità e dell'uguaglianza di tutti gli uomini.


"Il colore viola" di Alice Walker
346 pagine

"Il colore viola" è la storia di due sorelle, Celie e Nettie, in fuga da un padre violento e da un passato di abusi. Mentre Celie, privata dei suoi figli, si ricostruisce a fatica una vita con un matrimonio combinato e una nuova famiglia caotica e bizzarra, di Nettie si perdono le tracce. Ma l’incontro con Shug Avery, la misteriosa cantante di blues di cui suo marito è innamorato da sempre, permetterà a Celie di fare una scoperta, e i legami di sangue torneranno a riannodarsi attraverso gli anni e i continenti.



"L'invenzione delle ali" di Sue Monk Kidd
Mondadori
€ 9,99 ebook

Charleston, South Carolina, 1803. Quando per il suo undicesimo compleanno Sarah Grimké riceve in regalo dalla madre una schiava della sua stessa età di nome Hetty, cerca inutilmente di rifiutare quello che le regole vigenti impongono. Hetty anela alla libertà, soffoca tra le mura domestiche della ricca e privilegiata famiglia Grimké, vorrebbe fuggire lontano e Sarah promette di aiutarla. Come Hetty, anche lei è in qualche modo prigioniera di convenzioni e pregiudizi: in quanto donna non le viene permesso di realizzare il suo più grande desiderio, quello di diventare una giurista come il padre e i fratelli. Sarah sogna un mondo migliore, libero dalla schiavitù, che lei considera come un terribile abominio, e instaura con Hetty un rapporto speciale, insegnandole di nascosto a leggere e a scrivere nell'intento di aiutarla a emanciparsi. Seguiamo così il rapporto difficile ma speciale tra una ricca ragazza bianca e la sua schiava nera e le loro vicende umane nel corso di trentacinque anni, cui si aggiungono quelle della giovane sorella di Sarah, Nina, con la quale lei si batterà a favore dei diritti civili delle donne, dei più deboli e degli emarginati e contro la discriminazione razziale. In questo splendido romanzo che celebra il potere dell'amicizia e della solidarietà al femminile, Sue Monk Kidd, autrice di culto negli Stati Uniti, evoca il mondo di contrasti scioccanti del profondo Sud, ispirandosi alla storia vera di due pioniere del femminismo americano, donne anticonformiste e coraggiose che in tempi difficili e contro tutto e tutti hanno intrapreso un arduo e doloroso percorso personale che le ha allontanate dal loro entourage e dalla loro famiglia per potere restare fedeli ai loro ideali di uguaglianza e libertà.


"Amatissima" di Toni Morrison
Pickwick
€ 10,35 cartaceo - € 6,99 ebook
410 pagine

Un romanzo maestoso, di straordinaria intensità, che racconta la storia di Sethe, indomabile donna di colore che, negli anni precedenti alla Guerra Civile americana, si ribella al proprio destino e fugge al Nord, verso la libertà. Un percorso drammatico attraverso l'orrore della schiavitù, la forza dell'amore materno e il peso dì un indicibile segreto. 


"Lo schiavista" di Paul Beatty
Fazi
€ 17,57
291 pagine

«So che detto da un nero è difficile da credere, ma non ho mai rubato niente. Non ho mai evaso le tasse, non ho mai barato a carte. Non sono mai entrato al cinema a scrocco, non ho mai mancato di ridare indietro il resto in eccesso a un cassiere di supermercato».
Questo l’inizio della storia di Bonbon. Nato a Dickens – ghetto alla periferia di Los Angeles – il nostro protagonista è rassegnato al destino infame di un nero della lower-middle-class. Cresciuto da un padre single, controverso sociologo, ha trascorso l’infanzia prestandosi come soggetto per una serie di improbabili esperimenti sulla razza: studi pionieristici di portata epocale, che certamente, prima o poi, avrebbero risolto i problemi economici della famiglia. Ma quando il padre viene ucciso dalla polizia in una sparatoria, l’unico suo lascito è il conto del funerale low cost. E le umiliazioni per Bonbon non sono finite: la gentrificazione dilaga, e Dickens, fonte di grande imbarazzo per la California, viene letteralmente cancellata dalle carte geografiche. È troppo: dopo aver arruolato il più famoso residente della città – Hominy Jenkins, celebre protagonista della serie Simpatiche canaglie ormai caduto in disgrazia –, Bonbon dà inizio all’ennesimo esperimento lanciandosi nella più oltraggiosa delle azioni concepibili: ripristinare la schiavitù e la segregazione razziale nel ghetto. Idea grazie alla quale finisce davanti alla Corte Suprema.
Una satira pungente sulla razza, la vita urbana e la giustizia sociale. Un’esplosione di comicità, provocazione e prosa brillante da uno degli scrittori più audaci d’America, che con questo romanzo si è aggiudicato il Man Booker Prize 2016 ed il National Book Critics Circle Award 2016.


"Il mondo di belle" di Kathleen Grissom
Neripozza
€17,10 cartaceo - € 9,40 ebook
411 pagine

Un'enorme dimora avvolta da glicini in fiore: così la casa del capitano James Pyke appare allo sguardo infantile di Lavinia McCarten, la mattina d'aprile del 1791 in cui la piccola irlandese mette per la prima volta piede in Virginia. Pyke ha raccolto la bambina dalla sua nave, appena approdata in America dopo la lunga traversata oceanica, e l'ha portata con sé per destinarla alle cucine della sua piantagione. Un modo come un altro per passare all'incasso del debito per la traversata, che i genitori di Lavinia, morti durante la navigazione, non hanno avuto la buona sorte di saldare. Stremata e debilitata, la bambina viene accolta nelle cucine della piantagione dalla famiglia di schiavi neri che vi lavorano: una piccola, operosa comunità composta da Mamma Mae; Papà George, un gigantesco orso bruno; Dory, Fanny e Beattie, le figlie; Ben, il figlio maschio. Un mondo guidato da una responsabile delle cucine dai grandi occhi verdi e dai capelli neri e lucidi: Belle, un'attraente ragazza di diciotto anni. Frutto di un capriccio clandestino del capitano con una delle sue schiave nere, Belle è stata allontanata dalla casa padronale il giorno in cui il capitano si è presentato nella piantagione con Martha, una moglie più giovane di lui di venti anni. Adottata dalla famiglia di Mamma Mae e maternamente accudita da Belle, Lavinia cresce come una servetta bianca ignara dell'abisso che separa la casa padronale dall'universo delle cucine.


(Seguito de "Il mondo di Belle")
"L'onore sopra ogni cosa" di Kathleen Grissom
Neripozza
€ 17,10 cartaceo - € 6,99 ebook
430 pagine

James Burton, noto e stimato argentiere di Philadelphia, ha una benda nera che gli copre l'occhio sinistro. Nei salotti buoni della città le donne sussurrano che sia rimasto sfregiato durante un duello. Negli anni ha imparato a nascondere molti segreti. Nato in una grande casa coloniale nel Sud della Virginia, dall'unione illegittima tra Belle, una schiava mulatta, e Marshall Pyke, il giovane padrone della piantagione, James un giorno è stato accecato dall'ira e dalla disperazione. Ha impugnato un'arma e ha fatto fuoco contro Marshall, suo padre, che aveva deciso di venderlo come schiavo. La fuga, senza rivolgere la parola a nessuno per il timore di essere scoperto, è durata a lungo. Fino al giorno in cui Jamie Pyke è diventato James Burton, gentiluomo di Filadelfia, invitato ai ricevimenti dell'aristocrazia della città, poiché ne conosce diligentemente le regole e poiché è un uomo attraente e di bell'aspetto, capace di conquistare il cuore di Caroline, la figlia del cinico Mr Cardon, un ricco esponente dell'industria del taglio e del trasporto del legno in Pennsylvania. Vent'anni per lasciarsi alle spalle il passato e raggiungere una certa sicurezza. Ora però la paura, che non lo ha mai abbandonato, sta tornando a farsi sentire. Henry, un uomo di colore con cui ha esattamente da vent'anni un debito d'onore, ha bussato alla sua porta e gli ha chiesto di aiutarlo a ritrovare suo figlio, finito in mano ai negrieri.










mercoledì 26 maggio 2021

Recensione - “Il quaderno delle parole perdute” di Pip Williams


“Il quaderno delle parole perdute” di Pip Williams 
Edito Garzanti
€ 17,90 cartaceo - € 9,99 eBook 
430 pagine 

Oxford. Lo Scriptorium nel giardino segreto è il luogo preferito della piccola Esme. Lì, nascosta sotto un immenso tavolo di legno, ruba parole scritte su bianchi fogli. Parole che il padre lessicografo scarta mentre redige il primo dizionario universale. Più Esme cresce, più capisce che le definizioni che non compariranno nel lemmario ufficiale hanno qualcosa in comune: parlano delle donne, del loro modo di essere, delle loro esperienze. Parlano della sorellanza, dell’amore che non è solo possesso, dell’essere compagne in una lotta comune. Escluderle significa non dar loro una voce, guardare il mondo da un unico punto di vista, soffocare possibilità e speranze. Eppure c’è chi fa di tutto per farle scomparire per sempre. Anni dopo, Esme è determinata a fare in modo che questo non accada. Per tutta la vita ha collezionato quelle parole con l’intenzione di proteggerle, perché ha un sogno: scrivere un dizionario delle donne, che restituisca a ciò che è andato perduto il rispetto che merita. Per farlo deve combattere contro chi non la pensa come lei. Ma a darle coraggio ci sono tutte le donne che da secoli non aspettano altro che far parte della storia e non essere dimenticate.


“Il quaderno delle parole perdute” è un romanzo intenso, bello, molto interessante, si basa sulla vera storia della creazione del dizionario inglese ad Oxford nel 1900. Esme fin da bambina ha frequentato lo scriptorium dove lavorava suo padre alla creazione del dizionario, fin da piccola si è appassionata alle parole e al loro significato, ma sopratutto Esme ha raccolto e custodito tante parole non adatte al dizionario, parole di donne, parole del popolo, parole che venivano messe da parte per essere dimenticate, ma Esme voleva salvarle così ogni giorno va al mercato con la cara Lizzie alla ricerca di parole nuove da poter segnare, e per creare un suo dizionario dedicato alle donne. 

È stato molto bello conoscere la storia del dizionario inglese, alcuni personaggi sono davvero esistiti ed hanno realmente lavorato allo scriptorium e questo l’ho apprezzato perché l’autrice ci fa conoscere persone delle quali io personalmente non ho mai letto nulla, e sopratutto mette in evidenza la difficoltà nella creazione del dizionario, bisognava analizzare parola per parola, riportare il suo significato, apportare correzioni alle varie bozze e mandare tutto alla Press di Oxford, per completare una lettera ci volevano anni, e la difficoltà stava nel revisionare tutto ogni volta che con il passare del tempo nascevano parole nuove da aggiungere, un lavoro inimmaginabile, ogni lavoratore era prezioso alla creazione del dizionario. 

Esme mi è piaciuta molto come personaggio, una ragazza sulle sue, semplice, dolce, con tanta voglia di raggiungere il suo sogno e dare voce alle donne attraverso il suo dizionario, in un’epoca in cui la donna era considerata inferiore, non poteva assumere un certo linguaggio ed avere certe idee, Esme è stata abbastanza moderna e ha cercato di stravolgere tutto, se ne è fregata di usare parole scandalose, del giudizio altrui, per lei non era giusto, anche le donne e le loro parole erano meritevoli di essere inserite nel dizionario della lingua inglese, e se Oxford non lo permetteva, beh ci avrebbe pensato lei. 

All’inizio ho avuto qualche difficoltà ad approcciarmi alla storia, la parte iniziale del romanzo è stata abbastanza lenta, in me non è scattata quella cosa che ti rende impossibile staccarsi dalle pagine, ed ho avuto timore di proseguire in questo modo fino alla fine, ma dopo le prime 150 pagine la situazione è migliorata, la storia ha perso un po’ della sua lentezza e la storia è diventata più fluida, anche perché sono subentrati personaggi che hanno reso tutto più movimentato e interessante. Le parti lente ci sono state anche verso la fine ma il finale mi ha sorpresa, non me lo aspettavo, è stato emozionante, dolce, imprevisto. 

A parte qualche punto lento che può portare noia al lettore, il romanzo è stato molto bello, interessante e pieno di fascino, una storia da conoscere che parla di donne, di parole, e sopratutto della loro forza. 

venerdì 14 maggio 2021

Recensione - “Lo capisce anche un bambino” di Mattia Zecca

“Lo capisce anche un bambino” di Mattia Zecca 
Edito Feltrinelli
€ 15,20 cartaceo - € 9,99 eBook
240 pagine 

Un figlio è sempre una scoperta che muta la geografia del tuo mondo." E il mondo che questo libro invita a esplorare è quello raccontato dalla voce di un padre, ma osservato con gli occhi di Lorenzo e Martino, due bimbi che condividono la stessa cameretta, la stessa storia di amore, determinazione e cura e, soprattutto, gli stessi genitori: papà Mattia e papà Nicola. È la storia vera, insomma, di una famiglia come le altre: una famiglia felice che, convinta di essere trasparente, una tra le tante, scopre invece di essere invisibile. Perché se l'amore ignora sempre le leggi della fisica e della biologia, la legge talvolta ignora l'amore. A Lorenzo e Martino, infatti, che di genitori ne hanno due, l'ordinamento italiano ne riconosce solo uno per ciascuno. L'altro, per le istituzioni, non è che un mero convivente. Lorenzo e Martino, per la legge italiana, non sono fratelli. "Per il nostro Paese noi siamo quattro simpatici coinquilini che si vogliono tanto bene e che, se trovassero un buon portiere, potrebbero formare un'ottima squadra di calcetto a cinque. Se solo papà Mattia e papà Nicola sapessero giocare a pallone. È questo, il problema." Con una scrittura delicata e profonda, Mattia Zecca racconta una storia personale ma anche collettiva, che ci riguarda come figli prima ancora che come genitori, nel nostro diritto assoluto di essere visti per quello che siamo. E, in fondo, getta luce sull'unico senso intimo e universale del desiderio di costruire una famiglia: "Essere genitori è prima di tutto un'occasione: quella di essere i bambini che non siamo mai stati, o che non siamo stati abbastanza, o che non siamo stati come avremmo realmente potuto o desiderato. Essere genitori vorrebbe dire, insomma, tornare bambini, ma imparando a esserlo meglio".


 “Lo capisce anche un bambino” è uno di quei libri che vanno letti, che meritano di essere conosciuti, che ti travolgono, ti emozionano, ti fanno piangere, ti fanno arrabbiare e sopratutto ti fanno sperare in un mondo migliore, in un cambiamento. 

Mattia e Nicola sono una coppia e per sentirsi completi decidono di diventare genitori, in Italia le coppie omosessuali non possono ricorrere a nessuna tecnica per avere bambini, e così loro vanno negli Stati Uniti per veder realizzato il loro sogno, e da semplice coppia diventano una famiglia, Lorenzo e Martino, i loro figli, il loro tutto. 

Mattia Zecca ci racconta la storia della sua vita, di come è nata la sua bellissima famiglia, una famiglia felice, dove regna l’amore, la gioia, la serenità, ci racconta del suo amore per Nicola, e dei suoi due bellissimo figli, Lorenzo e Martino, ma sopratutto ci racconta di quanto sia difficile vivere in un paese ricco di pregiudizi, di divieti infondati, di leggi ingiuste. 

Per l’ordinamento italiano loro sono dei semplici conviventi, la loro famiglia è invisibile, e questo non è giusto perché loro sono una famiglia come tutte le altre, meritevole di essere riconosciuta tale e di essere tutelata. 

Il romanzo è di una profondità unica, si percepisce tutto l’amore che l’autore prova per la sua famiglia ed è per questo che leggendolo sono talmente forti le emozioni che ti senti travolta, personalmente mi sono sentita talmente vicina alla storia che sono iniziata a commuovermi fin dall’inizio, eh si! Preparate i fazzoletti perché si piange, di gioia, di tenerezza, in pratica quasi sempre, ma ho anche provato tanta rabbia, rabbia per un paese ancora pieno di pregiudizi, con una mente arretrata che non accetta cambiare. Durante la lettura mi sono detta “cosa c’è di male se due papà o due mamme decidono di avere dei figli?”, per me è la cosa più naturale del mondo, non c’è un canone di famiglia perfetta da seguire, nessuno ha il diritto di stabilire che la famiglia per eccellenza è formata da un padre e una madre, la famiglia per eccellenza non dipende dall’orientamento sessuale dei suoi componenti ma dipende da altri fattori ben più importanti, la famiglia modello è dove c’è amore, gioia, serenità, rispetto, indipendentemente da se ci siano due papà, due mamme o una mamma e un papà, sono altre le cose che fanno una buona famiglia, non è normale una famiglia dove c’è violenza, dove si vive male, dove i figli vengono indirizzati dai genitori verso la criminalità, ma per lo stato non è così. 

C’è stata una cosa che ha scritto l’autore che mi ha inorridita :”Per stato di necessità, allora, per mia legittima difesa, mi trovo a impersonare un me stesso equilibrista che prova a muoversi sul filo delle traballanti aspettative altrui: mi concentro sulle qualità, cioè, che esprimano la mia personalità più rassicurante, quella che non da fastidio a nessuno, quella che non chiede mai nulla, sempre rivolta verso le esigenze degli altri, mentre le mie vengono negate, disconosciute, sono poco importanti.”Nessuno ha il diritto di limitare, vietare, perché può turbarsi, ad una persona di esprimere la sua personalità, di mostrarsi per come è, di manifestare le sue preferenze, questa cosa mi fa rabbia, ci sono altre cose per le quali turbarsi, non di certo perché due uomini o due donne si amano e vogliono creare una famiglia, si parla tanto di libertà ma la libertà non c’è. 

“Lo capisce anche un bambino” è un libro che tutti devono leggere, vi innamorerete di questa bellissima famiglia perfetta, dove regna l’amore la felicità, dove c’è una coppia affiatata che si ama e dove ci sono due figli adorabili come Lorenzo e Martino, che amano i loro papà, due papà eccezionali, due papà modello.  Un libro che da speranza, la speranza che tutto cambierà, a volte sono proprio le parole a cambiare le cose, le parole scritte con il cuore, le parole che arrivano al cuore sono molto potenti, “lo capisce anche un bambino” potrà essere l’inizio di un cambiamento. 

martedì 11 maggio 2021

Recensione - “La lunga notte di Parigi” di Ruth Druart


“La lunga notte di Parigi” di Ruth Druart 
Edito Garzanti
€ 17,00 cartaceo - € 9,99 eBook 
480 pagine 
Uscita 6 maggio 2021 

Nulla può spezzare l'amore di una madre. È una lunga notte a Parigi. La città dorme quando si ode un sussurro gridato. Un sussurro che dice: addio . Potrebbe sembrare la fine di una storia, invece è solo l'inizio. Jean-Luc stringe tra le braccia il piccolo Sam, che la madre, con il dolore nel cuore, gli affida ancora neonato per salvarlo da un infausto destino. Siamo nel 1944 e Jean-Luc, che lavora per le ferrovie francesi, sa che i treni in partenza da Parigi hanno come unica destinazione i campi di sterminio tedeschi. Ha anche provato a sabotare alcuni convogli, ma senza successo. Per questo accetta di prendere con sé Sam: non ha potuto salvare altri bambini, salverà lui. Ma Jean-Luc sa che restare in città è troppo pericoloso. Il nemico è ovunque. Deve scappare dove esiste ancora una possibilità di essere liberi, quindi decide di partire con la moglie e il piccolo per l'America. Insieme costruiranno una famiglia. Perché così si sentono anno dopo anno. Fino a quando, un giorno, qualcuno bussa alla loro porta. I genitori di Sam sono sopravvissuti, lo hanno cercato senza sosta per anni e ora vogliono riabbracciarlo. Una madre e l'uomo che ha salvato suo figlio si trovano uno di fronte all'altra. Ma il confine tra giusto e sbagliato, tra legami di sangue e legami di affetto è labile come l'ultima luce che indora la Senna sul far della sera. 

Jean-Luc è un operaio delle ferrovie di Parigi, durante la seconda guerra mondiale la sua squadra viene gestita dai soldati tedeschi e il loro compito è quello di controllare e riparare i binari per rendere possibile la partenza dei treni diretti ai campi di prigionia. Jean-Luc odia quel lavoro, si sente impotente, si sente collaboratore del nemico e così più volte pensa di abbandonare tutto, ma quel lavoro è importante per lui, per prendersi cura di sua madre. Un giorno mentre sta per mettersi a lavoro, una donna ebrea gli affida il figlio neonato, per Jean-Luc è uno shock, ha paura di essere scoperto, ma non può lasciare quel bambino, così fugge e con l’aiuto di Charlotte va via dalla Francia per andare in America. Con Charlotte e il piccolo Sam in America, Jean-Luc, inizia una nuova vita, cercando di dimenticare il passato, ma dopo nove anni i genitori di Sam si mettono in contatto co lui è rivogliono il bambino. È qui che per Jean-Luc inizia un nuovo dolore, e sopratutto i ricordi ritornano a galla.

Una storia commovente, emozionante, dolorosa, ma anche piena d’amore, di forza e di speranza. “La lunga notte di Parigi” parla di un periodo storico dove sono state commesse atrocità, la storia mette in evidenza non solo l’orrore vissuto dagli ebrei ma anche quello vissuto dai cittadini francesi, gente che doveva sottostare alle regole, doveva guardare ciò che accadeva senza poter agire, senza potersi ribellare, perché un passo falso sarebbe stato fatale, Jean-Luc si sente impotente davanti a tutto ciò che accade, si sente collaboratore del nemico perché ogni mattina svolgendo il suo lavoro contribuisce alla deportazione degli ebrei in campo di sterminio, ma quel lavoro è importante per lui, senza quel lavoro come potrebbe mantenere lui e sua madre? E poi c’è Charlotte, una ragazza di diciotto anni che viene obbligata dai genitori a lavorare come volontaria in un ospedale nazista, perché per non avere problemi bisogna collaborare in qualche modo e sopratutto bisogna far finta di non sapere nulla di ciò che accade realmente. Ognuno cerca di sopravvivere. Tematica principale della storia però è la famiglia e l’amore di un genitore per il proprio figlio, una donna disperata che per amore del figlio appena nato decide di abbandonarlo tra le braccia di un estraneo per evitargli morte certa nei campi di sterminio, la donna è consapevole che rischia di non vederlo più, di perdere il suo unico figlio ma il suo amore è talmente forte che preferisce saperlo al sicuro lontano da lei piuttosto che con lei e incontro alla morte. 

Il vero protagonista per me è stato proprio lui, il piccolo Sam, la sua storia fa riflettere, sull’atrocità della guerra che ha distrutto famiglie, il romanzo è frutto dell’immaginazione dell’autrice ma chissà quante storie simili sono accadute per davvero, la sua distruzione non termina con la sua fine ma prosegue ancora quando tutto è finito, ed è ciò che accade ai protagonisti, ciò che accade a Sam, lui si ritrova a dover affrontare una dura realtà che lo porterà a soffrire, conteso da due famiglie che non si preoccupano del suo bisogno, di ciò che lui desidera per stare bene. Sam mi ha fatto piangere, sopratutto alla fine. E sopratutto con il suo silenzio e il suo dolore Sam urla che i genitori sono coloro che crescono un bambino e non necessariamente chi lo ha partorito, e quanta verità in questo pensiero.

Un gran romanzo che vi consiglio di leggere perché oltre ad affrontare un periodo cupo della nostra storia, un periodo che tutti dovrebbero conoscere, affronta anche la tematica della famiglia, dell’amore materno e di quanto gli adulti spesso siano egoisti e prendono decisioni senza pensare al bisogno di un bambino. Una storia ricca di emozioni, con un finale che vi travolgerà e vi farà piangere. Un libro che dovete leggere assolutamente. 

mercoledì 5 maggio 2021

Recensione - “L’arte dell’henné a Jaipur” di Alka Joshi

 
“L’arte dell’henné a Jaipur” di Alka Joshi

Edito Neripozza

€ 17,10 cartaceo - € 9,99 eBook

304 pagine 

TRAMA: Jaipur, 1955. La giovane Lakshmi Shastri si è lasciata alle spalle una vita di povertà e un marito violento per diventare una delle artiste dell'henné più richieste in città. Prima che arrivasse a Jaipur, per farsi decorare mani e piedi le sue clienti si rivolgevano a donne Shudra, che si limitavano a tracciare semplici puntolini, trattini e triangoli, quel poco che bastava per procurarsi i loro magri guadagni. Lakshmi offre invece una gamma di motivi assai più complessi, capaci di rispecchiare le storie delle donne alle quali sono destinati. I suoi vividi ghirigori color cannella non hanno mai deluso le sue clienti che, con il tempo, sono arrivate a convincersi che il suo henné abbia il potere di riportare nel loro letto un marito scapestrato, o di indurre il loro ventre a concepire un figlio. Ecco perché Lakshmi può pretendere una tariffa dieci volte più alta del prezzo richiesto dalle donne Shudra, e ottenerla. Con il tempo è arrivata perciò assai vicina a conquistare ciò che desidera: una casa tutta sua, con pavimenti di marmo, acqua corrente a volontà e una porta d'ingresso di cui essere la sola ad avere le chiavi. Un posto nel quale poter accogliere i genitori e chiederne il perdono per essere fuggita dal marito, rovinando così la loro reputazione. Un giorno, però, il passato bussa alla sua porta: suo marito è riuscito a rintracciarla, e ad accompagnarlo c'è una ragazzina sconosciuta, una tredicenne con gli occhi enormi, di un azzurro che vira al verde, iridescenti come le piume di un pavone. È Radha, sua sorella. Una sorella di cui la giovane donna ha sempre ignorato l'esistenza. Una sorella, soprattutto, destinata a portare uno scompiglio tale nella vita di Lakshmi da metterne a repentaglio carriera e reputazione. 


Per la rubrica di maggio #viaggiandoinoriente medio-oriente e Nord Africa ho deciso di leggere “L’arte dell’henné a Jaipur”, questo nuovo viaggio ci porterà in India, un paese pieno di fascino, ricco di tradizioni, un paese che desidero tanto visitare un giorno, ma per ora temo che dovrò accontentarmi di sognare l’India attraverso la lettura di questo magnifico romanzo. 

“L’arte dell’henné a Jaipur” fa sentire l’India, fin dalle prime pagine si percepiscono le antiche tradizioni, i colori delle stoffe e delle spezie, il sapore e l’odore del cibo, il rumore cittadino, la bellezza e la ricchezza dei sari, il fascino dell’henné e delle erbe e fiori curativi. Il romanzo è una sorta di teletrasporto, dall’inizio alla fine è come trovarsi lì e assistere a tutto ciò che accade, un viaggio bellissimo che il lettore vorrebbe non finisse mai. 

Nel 1955 Lakshmi è fuggita dal suo villaggio e da un marito violento scelto per lei dalla sua famiglia per rifugiarsi a Jaipur, qui inizia ad esercitare la pratica dell’henné e la creazione di infusi ed oli fatto con erbe curative ottimi per ogni problema, le sue clienti appartengono a famiglie molto facoltose e Lakshmi in poco tempo diventa la donna più richiesta della città e finalmente riesce ad arrivare all’indipendenza tanto sognata, ma un giorno Radha bussa alla sua porta, stravolgendo per sempre la sua vita mettendola a repentaglio. Radha è sua sorella. 

“L’arte dell’henné a Jaipur” è una storia profonda, una storia di donne che lottano per la libertà, una storia alla base della quale c’è la famiglia, una storia che emoziona ed incanta ma mette anche rabbia. L’India è un paese che affascina, i suoi colori, il suo odore, la natura, è un paese stupendo alla vista ma nasconde anche tante cose che fanno pensare, perché è un paese che ancora oggi è strettamente legato alle antiche tradizioni, tradizioni che riguardano sopratutto la vita delle donne. È uno dei paesi dove vige ancora il patriarcato, molte donne sono ancora costrette a contrarre matrimoni combinati, sopratutto per motivi economici, vediamo ragazze che appena adolescenti vengono già promesse spose e il loro scopo è mettere al mondo bambini, preferibilmente maschi per garantire l’erede, la protagonista Lakshmi non accetta tutto ciò e fugge da quella vita verso la libertà e la realizzazione di se stessa, ma questo butta disonore sulla famiglia. Durante la lettura ho pensato “quante ragazze sono Lakshmi? Quante ragazze cercano di fuggire da quelle regole, da una vita infelice cercando la libertà?” Il romanzo ci fa conoscere le difficoltà di una donna in un paese in cui vale poco, in cui basta rispettare regole ed onorare la famiglia ed il marito per vivere bene. 
Lakshmi ha rappresentato la forza ed il coraggio, la speranza di farcela, di essere libera.

L’arte dell’henné è molto affascinante, durante la lettura ho immaginato quelle decorazioni dettagliate sulle mani, come se fossero coperte da pizzo pregiato, l’odore di olio di geranio, di erbe curative, un mondo bellissimo, che ha sempre attirato la mia attenzione e l’autrice ha descritto tutto nei minimi particolari, alla fine del romanzo c’è anche una breve descrizione sulla storia dell’henné e la ricetta per realizzarlo, l’ho apprezzato molto perché mi ha messo a stretto contatto con questa cultura davvero straordinaria facendomi conoscere ogni cosa. 

“L’arte dell’henné a Jaipur” non è stato solo un semplice romanzo che descrive le vite dei protagonisti e le loro vicende ma è stato un libro che mi ha messo a stretto contatto con la cultura indiana, facendomi conoscere il lato bello fatto di colori sgargianti, tradizioni uniche ed affascinanti ed il lato negativo fatto di tradizioni che credo non verranno mai superate come il matrimonio combinato, la divisone in caste, l’emarginazione di chi sbaglia.

Un romanzo da leggere che vi farà fare un meraviglioso viaggio a Jaipur tra le strade affollate, il palazzo reale, le feste nelle grandi ville, la preparazione dell’henné, di oli ed infusi curativi. Lakshmi vi farà emozionare, e vi affascinerà con la sua arte.