Edito Piemme
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Lei è la donna più famosa del mondo, e Marion Crawford ne ha conosciuto i segreti più intimi. Ma qual è il prezzo da pagare per essere stata accanto, per diciassette anni, alla regina Elisabetta II? È ormai una vecchia signora quella che, all'inizio di ogni estate, affacciata alla finestra della sua grande casa nella campagna scozzese, aspetta. Aspetta una macchina nera che passa di lì tutti gli anni, e ogni anno lo fa senza fermarsi. In quella macchina ci sono due donne. Non due donne qualsiasi. Una di loro siede sul trono d'Inghilterra da più tempo di chiunque altro prima di lei: Elisabetta II. Lilibet, per pochissimi. L'altra è sua sorella, Margaret Rose. Avevano sei e un anno quando Marion Crawford, giovane insegnante scozzese, le incontrò per la prima volta. Era il 1932. Figlia di proletari, Marion aveva un sogno: insegnare ai bambini delle poverissime famiglie dei sobborghi di Edimburgo. E si ritrovò, per uno scherzo del destino, a insegnare alla bambina più ricca di tutto il paese. Una bambina che, alla nascita, aveva ricevuto in dono tre tonnellate di giocattoli. Marion accettò la sfida, pronta a dare alle sue due allieve lezioni che nessun bambino reale aveva ricevuto prima di allora: lezioni di vita vera. Grazie a lei, Lilibet e Margaret prendono la metropolitana, passeggiano per Londra, fanno il bagno in una piscina pubblica. Marion resterà con loro nei tumultuosi anni dell'abdicazione dello zio Edoardo, e poi della guerra e del nazismo; e sarà lì, in disparte ma presente, quando gli occhi di Elisabetta si poseranno per la prima volta su Philip. E intanto sacrificherà la sua, di vita, l'amore, e in parte anche le sue idee, quelle con cui avrebbe voluto cambiare il mondo. Quanto c'è degli insegnamenti di Marion nella vita della donna che ha regnato sull'Inghilterra tra scandali, intrighi politici, drammi familiari? E perché, concluso il suo incarico, Marion sarà dimenticata, o per meglio dire bandita, dalla casa reale? Perché quella macchina nera non si fermerà mai? Sulla scia di "The Crown", un episodio poco conosciuto e ancora fitto di mistero della vita della sovrana, in cui la penna di Wendy Holden fa rivivere con una vivida ricchezza di dettagli un intero mondo, insieme all'incredibile personaggio di Marion Crawford, finora volutamente consegnato all'oblio.
LA MIA RECENSIONE
Sono partita aspettandomi un grande libro, quando si racconta di governanti al servizio di persone note c’è sempre quella curiosità di sapere i segreti più nascosti, le abitudini mia raccontate, “La governante della regina” mi ha incuriosita subito, sono sempre stata attratta dalla vita dei reali d’Inghilterra, e questo libro ha posto in me grandi speranze, “che bello ora saprò di più sulla vita della regina Elisabetta II” mi sono detta, ma queste aspettative sono cadute molto in basso.
Prima di leggere il romanzo mi sono documentata su chi fosse Marion Crawford, e la sua vita mi ha affascinata molto, lei era la governante delle principesse Elisabetta e Margaret, è stata al servizio della casa reale fino ai 21 anni di Elisabetta, e solo dopo aver lasciato la famiglia reale si è potuta dedicare alla sua vita, ma un piccolo errore l’ha fatta ripudiare e dimenticare dai reali, Marion sottoscrive un contratto presso una casa editrice e pubblica un romanzo “The little princesses”. Questo tradimento le è costato molto caro sopratutto perché i reali la consideravano di famiglia ed avevano una grande stima per lei. Non è mai stata perdonata e alla sua morte la famiglia reale non ha portato nemmeno un fiore sulla sua tomba.
La storia presenta alcuni errori riguardanti la famiglia reale e la stessa Crawford, la regina Maria presenta un forte accento tedesco, sembra addirittura che abbia difficoltà a parlare la lingua inglese, ma la regina Maria è nata, cresciuta ed educata in Gran Bretagna, suo padre era di origine tedesca e sua madre britannica ma l’origine del padre non credo abbia influenzato la pronuncia della regina, anche perché nessuna fonte evidenzia questo dettaglio visto che è inglese di nascita ed educazione, si racconta che la madre della principessa Elisabetta non si sia curata ed interessata all educazione della figlia, addirittura sembra sorpresa del consiglio di Marion nel far leggere libri ad Elisabetta, ciò non è affatto vero, la duchessa di York insieme alla regina Maria sono state molto presenti per quanto riguarda l’educazione di Elisabetta, la madre l’ha sempre indotta alla lettura di libri, si racconta che Marion sia stata l’unica insegnante delle principesse e che fosse stata lei a formare carattere e pensiero di Elisabetta, invece fu la regina Maria ad occuparsi maggiormente del comportamento di Elisabetta e inoltre la principessa ebbe vari maestri fin da piccola, la Crawford era una semplice tata che l’accompagnava a lezione ed ovunque fosse necessario. Si parla anche della prima foto fatta ad Elisabetta che in realtà non era una foto come si dice nel romanzo ma un ritratto, fatto all’età di sei anni da un noto artista che lavorava per i reali. Vengono menzionate anche le famose scatole usate per il trasporto di documenti reali, la loro caratteristica è il colore rosso, nel romanzo vengono descritte come semplici scatole di pelle nera.
Ci sono tante inesattezze, anche Marion Crawford viene descritta come una persona che odia i reali che vuole allontanare Elisabetta dalle regole di corte e farle vivere la vita normale, addirittura nel romanzo assistiamo a molte contraddizioni di Marion verso le decisioni della duchessa di York madre di Elisabetta, invece fonti dicono che la Crawford aveva tanta stima dei reali e che quando li tradì addirittura in un momento di pentimento tentò il suicidio. L’autrice spesso mette in cattiva luce la famiglia reale ed è priva di imparzialità, e forse è proprio per questo che ha stravolto anche molte cose.
Il finale mi ha delusa, sinceramente sono andata ad interpretazione, non l’ho capito, c’è il prologo iniziale collegato all’epilogo che fa intendere una cosa completamente diversa da ciò che realmente è accaduto a Marion, pero allo stesso tempo racconta del vero finale della vera vita di Marion. Quindi sono rimasta alla fine del libro con questa domanda “quindi? Alla fine cosa succede? Marion dimenticata o Marion perdonata?”. Non è spoiler perché tanto sono cose note, non c’è nulla da scoprire, anzi scoprirete cose non coincidenti con la realtà.
Il romanzo da come avete capito non mi è piaciuto, se volete conoscere la regina Elisabetta II, Marion Crawford, ed altri personaggi leggete altri libri ma non questo, sono rimasta delusa, ho odiato Marion Crawford , ho letto senza trasporto, e sopratutto sono stata delusa da tutte le cose che non coincidono con la realtà, e mi sono chiesta “ma quanto è attendibile come storia?”. E mi dispiace perché sarebbe potuta essere una grande storia.
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