mercoledì 30 dicembre 2020

Recensione - “Che cosa hai fatto Lizzie Borden?” Di Sarah Schmidt

Che cosa hai fatto Lizzie Borden?

Di Sarah Schmidt 

Edito Piemme

€19,50 cartaceo - €10,99 eBook 

Fall River, Massachusetts. È la mattina del 4 agosto 1892 quando un urlo squarcia l'aria immobile. Proviene da una delle case a due piani che affacciano sulla strada, dove Lizzie Borden ha appena scoperto che qualcuno ha ucciso suo padre, a colpi di ascia, frantumandogli il cranio. Poco dopo scopre che anche la moglie, matrigna di Lizzie, è stata freddata nello stesso modo, nella stanza accanto. Nessuno può sospettare di Lizzie: figlia devota, dedita a opere di bene, come la sorella maggiore Emma, che quel giorno è fuori casa. Eppure, chi altri può essere stato? Mentre comincia un processo che porterà più domande che risposte, le voci di Lizzie e di quelli che le stanno accanto costruiscono il quadro di una famiglia senza amore, con un padre violento, taccagno e retrivo, una matrigna odiosa, e due sorelle che, unite più che mai, disperatamente sognavano la libertà. Assolta dall'accusa di omicidio, per mancanza di prove evidenti sebbene in assenza di altri possibili sospettati, Lizzie rimane un'assassina per tutta l'America, dove il duplice omicidio fece scalpore tanto da restare vivo ancora oggi nei racconti popolari e nelle filastrocche. Tuttora uno dei "cold case" più affascinanti, quello di Lizzie Borden non ha mai smesso di far parlare di sé. Un mostro, una strega, o una donna che si è presa la sua libertà: il mistero di Lizzie è ancora aperto, e questo romanzo ne restituisce tutta la complessità.



 LA MIA RECENSIONE 

Lizzie Borden è una delle assassine più note al mondo, condannata e poi rilasciata per mancanza di prove per aver ucciso suo padre e la sua matrigna brutalmente, le indagini non hanno mai accertato  la sua colpevolezza anche se molte cose non quadravano ed erano collegate a lei, fu incarcerata per mesi e poi rilasciata perché le prove contro di lei non erano sufficienti per dichiararla colpevole, ma per molti lei era l’assassina. 

Il romanzo non mi è piaciuto, non mi ha entusiasmata, non c’è stata adrenalina, nessun colpo di scena, è stato tutto piatto e monotono ed è un peccato perché la storia di Lizzie Borden avrebbe potuto dare vita ad un romanzo straordinario che invece non è stato. Di base la storia è molto interessante sopratutto perché si tratta di un evento realmente accaduto ma per me è stata ricostruita male, l’autrice non ha messo enfasi, non c’è coinvolgimento, non c’è quel senso di ansia e inquietudine che avrebbe dovuto esserci in una storia del genere, l’unica cosa che si percepisce è la follia dei personaggi. 

Lizzie Borden è descritta come una persona abbastanza  instabile mentalmente, la sua pazzia è molto evidente nel romanzo ma è quel tipo di pazzia che irrita, la sua follia, i suoi discorsi, il suo comportamento mi hanno innervosita, irritata, forse lo scopro dell’autrice era quello di creare inquietudine nel lettore? A me non è accaduto. Lizzie non è la sola matta, tutta la famiglia Borden è folle, l’unica sana di mente è la cameriera, povera ragazza che sfortunatamente si trova alle dipendenze di una banda di psicopatici violenti. Poi c’è Benjamin, un personaggio molto rilevante nella storia, la sua follia, ferocia, voglia di uccidere supera il limite ma anche nel suo caso mi ha trasmesso irritazione. 

Credevo di immergermi in una storia piena di adrenalina, suspence, fatta di colpi di scena e invece nulla, i protagonisti non fanno altro che girare per casa con atteggiamenti folli, non fanno altro che mangiare brodo di montone riscaldato da settimane (che schifo) e pere, si parla di vomito forse qualcuno viene avvelenato o sarà il brodo di montone riscaldato a provocare tale vomito, anche la parte dove vengono fatte le indagini per scoprire il colpevole sono noiose, non coinvolgono il lettore. 

Per me questo romanzo è un “NO” 

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