TITOLO: Il colore del nostro cielo
AUTORE: Amita Trasi
EDITORE: Giunti
PREZZO: € 14,90
EBOOK: € 6,99
INDIA, 1986. Con la sua pelle chiara e gli occhi verdi come smeraldi, a otto anni Mukta ha un destino già segnato: come sua madre e sua nonna, diventerà una devadasi, una serva della Dea. Ma se un tempo questo significava benessere, adesso, nel piccolo villaggio impoverito, vuol dire una cosa sola: essere una prostituta a disposizione di tutti. Decisa a spezzare questa catena, la madre di Mukta fa fuggire la bambina a Bombay, dove sarà accolta in casa di un ingegnere che si prende cura dei bambini di strada. In quelle stanze inondate dal profumo dei samosa e del tè chai, Mukta ritrova la spensieratezza dell’infanzia e scopre che cosa significhi l’amicizia. Quella che a poco a poco la lega a Tara, la figlia dell’ingegnere, che incurante delle differenze sociali le fa scoprire le meraviglie della grande biblioteca cittadina, insegnandole di nascosto a leggere. Finché un giorno il passato di Mukta torna a bussare alla porta, rigettandola brutalmente in quella vita da cui aveva tentato di scappare…
Sono passati oltre dieci anni, e Tara, che ormai vive a Los Angeles, fa ritorno in India dopo la morte del padre. Adesso tocca a lei realizzare il suo ultimo desiderio: ripercorrere i luoghi della sua infanzia per ritrovare l’amica perduta.
Sono passati oltre dieci anni, e Tara, che ormai vive a Los Angeles, fa ritorno in India dopo la morte del padre. Adesso tocca a lei realizzare il suo ultimo desiderio: ripercorrere i luoghi della sua infanzia per ritrovare l’amica perduta.
LA MIA RECENSIONE
"Non potrai sposare nessun uomo. Sei sposata alla Dea e solo dopo averla adorata potrai mangiare. Dovrai digiunare due giorni la settimana e soddisfare qualsiasi uomo venga da te. Se ti picchiano, non dovrai reagire."
Parole toccanti che lasciano il segno, parole che dette ad un bambina di otto anni resteranno indelebili nella sua mente, Mukta vive in India in un piccolo villaggio, sua madre è una prostituta del tempio, le prostitute del tempio al compimento di otto anni vengono fatte sposare con la Dea e per onorarla devono prostituirsi accogliendo uomini, e sottostare ad ogni loro violenza, è un rituale che viene tramandato da madre in figlia al quale è impossibile sottrarsi. Questo è il destino di Mukta, la sua vita viene rovinata quando è ancora bambina, protetta dalla madre, tradita da sua nonna, ma c'è un uomo di Bombay che si occupa di salvare bambini di strada, bambine che vengono vendute ai bordelli, bambine come Mukta, un giorno decide di portare la bambina a casa con se, qui nascerà una forte amicizia con sua figlia, Tara, malgrado la differenza di casta, la loro amicizia è una cosa davvero potente.
"Il colore del nostro cielo" è un romanzo che tutti dovrebbero leggere, un romanzo forte, potente, crudo, un romanzo che parla di donne, donne sfruttate, vendute come prostitute per 100 € a bordelli, dai quale è impossibile fuggire, chi tenta la fuga viene uccisa, le ragazze vivono in stanze minuscole dove sono obbligate a ricevere uomini, la maggior parte violenti.
La cosa che mi ha fatto tanta rabbia è che questo destino viene addossato a bambine innocenti, vengono introdotte in questa vita al compimento degli otto anni, immaginate il trauma subito, e cosa ancora più grave è che la tradizione delle prostitute del tempio, la vendita di bambine ai bordelli è un'attività ancora oggi molto attiva in India, ma anche in altre parti del mondo, nei piccoli villaggi vivono ancora suddivisi in caste, esistono ancora tradizioni orribili, e in un paese come l'india, dove la corruzione è ovunque, è difficile far fronte a ciò, pensate che la polizia per pochi euro è disposta a tutto, a tacere, a far scomparire denunce, ma fortunatamente ci sono anche dei centri, menzionati all'interno del romanzo, che cercano di salvare queste donne, queste bambine.
"Il colore del nostro cielo" mi ha emozionata tantissimo, le emozioni non sono state tutte positive, anzi...la storia di Mukta mi ha trasmesso tanta rabbia, tanta tristezza. Perché una bambina, una donna, deve subire queste crudeltà? Dovrebbe vivere una vita felice, trovare l'amore della sua vita, avere dei figli, e invece leggendo queste pagine mi sono resa conto che sono tante le donne alle quali viene negato tutto, anche la libertà di amare, ma il romanzo parla anche di speranza, in tanto buio che è protagonista della storia c'è anche un barlume di luce, la speranza, Mukta non abbandona mai la speranza, ed io con lei, che un giorno queste crudeltà possano finire.
Il romanzo è di una bellezza unica, un capolavoro, e i romanzi come questo sono importanti, perché fanno riflettere su ciò che ci accade intorno, in paesi lontani ma anche vicini, che spesso ignoriamo. Consiglio a tutti di leggerlo, un storia che vi lascerà tanta rabbia ma anche speranza, una storia piena di emozioni che vi resterà nel cuore. Un libro che va letto dedicato a tutte le donne.
Ci sono alcune citazioni che mi hanno colpita molto:
"<<Cosa ricavi ad ogni modo da quei libri?>>.
Lei ha chiuso il volume che stava leggendo, ha riflettuto per un po' e ha risposto:<<Sono migliori del mondo in cui viviamo>>."
Mukta attraverso i libri cercava di lasciare fuori il mondo crudele in cui era imprigionata, per lei era evasione, ciò che invece non riusciva a comprendere Tara, vissuta sempre nell'amore della sua famiglia, lei il mondo perfetto l'aveva già. Solo più tardi capisce che Mukta aveva ragione sui libri.
"Dev'esserci qualcosa nel dolore, nel modo in cui ti tocca tanto in profondità che a volte non torni più quello che eri. Puoi persino ammalarti e non riprenderti mai."
"C'è una cosa che abbiamo tutti in comune, al di là della casta e della religione: ci facciamo tutti male nella vita, vogliamo sopravvivere ed essere felici, e ci meritiamo d'esser trattati bene. In fondo non scegliamo dove nascere, ma possiamo impegnarci duramente per costruirci la strada che ci porterà al successo. Ogni persona al mondo si merita di avere questa possibilità."
ANNALISA
ANNALISA
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