lunedì 4 gennaio 2021

#viaggiandoinoriente - Recensione - “Habibi” di Craig Thompson


“Habibi” 

Di Craig Thompson 

Rizzoli Lizard 

672 pagine

€ 35,00

In un panorama epico fatto di deserti, harem e labirintici agglomerati urbani traboccanti di vita e di miseria, si dipana la storia di due anime schiave, portate l'una nelle braccia dell'altra da un destino nato e cresciuto per restare eterno. Lei è Dodola: bambina, poi donna, poi madre imprigionata in un mondo di uomini. Lui è Zam, orfano che nella ragazza - e nelle storie della cultura e della mitologia islamica con cui lei lo crescerà - troverà un amore assoluto, viscerale, indispensabile. Dai miseri villaggi a sud della prosperosa Wanatolia, al deserto popolato di nomadi e criminali, all'opulenza del Palazzo del terribile Sultano, Habibi ("mio amato") traccia nelle morbide curve della calligrafia araba una parabola sul nostro rapporto col mondo naturale, sull'abissale divario tra primi e terzi mondi, sull'eredità comune di cristianesimo e islamismo e, soprattutto, sulla magica, insostituibile forza del racconto.

LA MIA RECENSIONE 

 Per la rubrica di gennaio #viaggiandoinoriente medio-oriente e nord Africa ho deciso di leggere la graphic novel “Habibi” di Craig Thompson. “Habibi” è la storia d’amore di Dodola e Zam, entrambi schiavi, lei araba venduta bambina ad un uomo come sua moglie e poi rapita e fatta diventare schiava, lui schiavo perché nero e quindi considerato inferiore, i due ancora bambini riescono a fuggire e iniziano una vita nel bel mezzo del deserto in una barca. Dodola ha il dono di raccontare storie e il momento più bello è quando i due si accoccolano insieme con la voce di Dodola che racconta una storia. Passa il tempo e Zam e Dodola crescono e tra loro nasce qualcosa ma la vita è dura e i ragazzi si ritroveranno separati, Dodola viene condotta da uno sceicco e diventa la sua preferita ma dovrà anche sottostare ai suoi capricci e alle sue violenze, Zam va alla ricerca della sua amata ma lungo il percorso incontrerà peripezie. Riusciranno a ritornare insieme?

Ho amato “Habibi”, una graphic novel stupenda, sia dal lato estetico che nel contenuto, la copertina è importante, sembra di avere tra le mani un libro di valore, le raffigurazioni sono bellissime, così vere, esternano ogni sentimento, ogni emozione dei personaggi, e la storia è unica, una storia che parla di amore, di discriminazione, di sottomissione delle donne, di religione, una storia che insegna molto e che si legge tutta d’un fiato nonostante la sua complessità.

“Habibi” è una parola araba e significa “mio amato” ed è maschile, al femminile diventa “Habibti”. 

Nella storia si parla molto di religione, sono riportate alcune “sure” del Corano e vengono raccontate alcune storie come quella di Adamo ed Eva, Noè, Abramo, viene anche menzionata la nascita di Gesù, molte cose coincidono con la religione cattolica, molte storie sono quasi le stesse, la religione islamica si trova al centro di tutto nella vita di ogni musulmano, in Occidente c’è una separazione tra religione e leggi, nei paesi islamici no, tutte le leggi vengono fatte in maniera conforme alla religione e alla base della vita di ogni musulmano c’è la religione islamica che governa su tutto. 

La storia ha come argomento fondamentale l’amore, un amore morboso che annienta, Dodola e Zam sono l’esempio che l’amore va oltre il sesso, oltre l’aspetto fisico, l’amore visto come qualcosa che prende l’anima e non solo il corpo, ma nella storia oltre all’amore si parla anche di razzismo, Zam è un ragazzo di colore e per la religione le persone di colore sono considerate inferiori, gli schiavi sono di colore, ma Dodola riesce a sottrarlo da una vita in schiavitù e lui diventa il suo tutto. Si nota anche L inferiorità della donna, una donna che non può aver accesso a libri e documenti che invece possono essere letti solo da uomini (Dodola infatti viene punita dallo sceicco perché trovata in biblioteca) la donna vista come oggetto, basta pensare che Dodola avendo il marchio degli schiavi viene usata solo per capricci sessuali, non merita né un marito ne rispetto. Una cosa che mi ha colpita è la questione delle spose bambine. Dodola viene venduta come moglie ancora bambina perché la sua famiglia ha bisogno di soldi, la cosa triste è che in molte zone ancora oggi si verifica ciò, la donna è vista come qualcosa di inferiore, è quasi una condanna nascere donna.

Vi consiglio di leggere questa graphic novel perché è un vero capolavoro, una storia ricca di eventi, ricca di insegnamento, ve ne innamorerete, circa 600 pagine intense, belle, che vi conquisteranno. 

CURIOSITÀ 

Una mia amica musulmana spesso mi racconta di come alcune cose siano diverse dalla nostra cultura occidentale, basti pensare che prima del matrimonio una coppia fidanzata non può uscire in pubblico, non può avere rapporti di alcun genere, questo viene considerato peccato, la conoscenza avviene dopo il matrimonio è con il matrimonio che imparano a conoscersi e ad amarsi, matrimonio che spesso viene combinato dalle famiglie, e qui vi racconto anche un’altra curiosità, ad un suo amico venne imposto dalla famiglia di sposare una ragazza, entrambi non si piacevano, i loro incontri avvenivano nelle rispettive case in presenza dei familiari, questo è conoscersi da fidanzati, senza uscire in pubblico, il ragazzo si oppose alla famiglia e la madre minacciò di impiccarsi così lui decise di sposarsi. Sembrano racconti di un romanzo ed invece è la realtà. 

Il ricevimento del matrimonio viene celebrato in due stanze separate, una destinata agli uomini dove si dedicano a balli e un’altra sala per le donne.

L’uomo può avere rapporti prima del matrimonio con donne impure, tra queste ci siamo anche noi occidentali, e ciò non è peccato. Se la donna invece ha rapporti con il suo fidanzato è poi per vari motivi la lascia, lei non verrà più sposata da nessuno, e alla mia domanda “Cosa le fa la famiglia?” La risposta è stata “sono guai”. 

Correte in libreria e non perdete questa meraviglia. 

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